Mettersi in gioco per riconoscere le parti di sé pare, soprattutto in momenti come questi in cui è molto alto il rischio d'isolamento, risulti difficile.
Manca la capacità di farlo per il timore di vedersi da troppo vicino e si adotta un atteggiamento avverso, resistente, rimuovendo i problemi verso un “più in là” indefinito.
E in tutto ciò emerge nitida l'esigenza di confrontarsi.
Confronto che dà i suoi frutti soprattutto quando è coltivato nel terreno della comprensione, ossia nell'accoglienza dei bisogni dell’altro.
Coniugando confronto e comprensione l'avidità, l'invidia, la paura, l’esclusione, la sopraffazione non hanno luogo e questo binomio è vincente poiché se permettiamo alle nostre ombre di pervaderci, la nostra luce interiore diventerà sempre più flebile, rischiando pure di spegnersi.
E allora confrontiamoci per tenere viva la nostra luce.
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